Il nostro Alberto Monge ha portato il Centro Italiano Raccolta occhiali usati in Namibia
Dopo diversi rinvii, per i motivi che tutti conosciamo, finalmente, sono risuscito a partire per il tanto anelato viaggio, a distanza di due anni dalla sua programmazione.
L’intento era di vedere il paese, per il quale sono tornato entusiasta, sia per la sua natura molto varia, per i parchi protetti, che per la gente cordialissima e le varietà di animali visibili anche a pochi metri. Il paese ha una superficie enorme e la popolazione è di soli 2,5 milioni di abitanti. A parte la capitale Windhoek non ci sono grandi città, almeno come le intendiamo noi, ma una miriade di villaggi. Anche i più piccoli sono ben segnalati, quasi con un tono di orgoglio, a voler sottolineare che anche loro hanno una certa importanza. Infatti spesso le distanze tra villaggi sono anche di qualche centinaio di chilometri. In ogni villaggio importante si trova carburante, acqua e cibo. E’ fondamentale, prima di partire, avere il pieno di carburante e di acqua. La maggior parte delle strade, se pur molto ben segnalate, quasi come le autostrade inglesi, sono bianche. Solo il 30 % delle strade Namibiane sono asfaltate. Ancor prima di partire, con i miei contatti sul posto, avevo immaginato di valutare se ci sono delle possibilità di impostare un’opera permanente per la fornitura degli occhiali usati. Per sondare il terreno ho portato con me un centinaio di occhiali da sole che ho distribuito, strada facendo, in varie parti del paese man mano che incontravo situazioni difficili. Dal centro del paese, passando per il sud, quasi al confine con il Sud Africa e arrivando fino al nord, al confine con l’Angola ho potuto constatare che il servizio di assistenza sulla vista è praticamente nullo, salvo dove ci sono dei centri commerciali che sono un punto di riferimento per vaste aree. Ma si trovano solo occhiali nuovi. Teniamo conto che il reddito medio è intorno ai 200 euro mese per la maggior parte della popolazione. Dopo aver fatto il punto della situazione, abbiamo concentrato l’attenzione nella cittadina di Tsumep, nel centro nord del paese. Zona mineraria, molto impoverita negli ultimi anni a causa della chiusura delle miniere per esaurimento delle stesse. L’idea di fondo è di trovare un locale protetto nel quale sviluppare una duplice attività. Da una parte la raccolta degli occhiali usati, cosa che già si fa nella Capitale con i Lions appoggiati da un paio di farmacie, con lavaggio, disinfezione e ridistribuzione degli stessi. Dall’altra l’invio di una prima fornitura di cinque mila pezzi di polmone. Alla proposta le autorità comunali della città hanno risposto positivamente. Non è mancata l’adesione di alcuni ottici che si darebbero disponibili a fare le visite oculistiche dietro un minimo compenso o addirittura gratuitamente. L’esperimento dovrebbe partire in un’area molto circoscritta per meglio focalizzare le difficoltà che si presenteranno e di conseguenza man mano allargare l’area d’intervento. Non di meno è l’interesse suscitato per uno screening sulla vista nelle scuole che andrebbe fatto con il refrattometro. Contrariamente a quanto siamo abituati a pensare, le attività della popolazione e del Governo centrale, per migliorare il livello di vita, sono molte e svariate anche con l’intervento di associazioni europee e non solo. Per concludere voglio ricordare che la Namibia è stato il primo paese a ricevere la certificazione UNESCO nel mondo, per graffiti rupestri. Sarà mia cura tenere un’informazione costante sullo sviluppo della situazione.